Passa ai contenuti principali

Consigli di lettura: Le nuove forme dell'organizzazione operaia

I sindacati burocratici sono ormai in crisi, nella migliore delle ipotesi sono rimasti fermi agli anni '50 del Novecento, quando la classe operaia era una forza militante e di cambiamento in tutto il mondo. Oggi le burocrazie sindacali sono incapaci di difendere, per non parlare di fare avanzare, gli interessi dei lavoratori. Nella crisi del sindacalismo burocratico, in Africa in Asia, nelle Americhe e in Europa, emergono unioni operaie indipendenti, che derivano dalla tradizione del sindacalismo rivoluzionario e dell'autonomia di classe e che si basano sul modello dell'autorganizzazione e sulla pratica dell'azione diretta.
Questo è il primo libro di analisi sulle lotte operaie a livello globale, esamina la formazione, l'espansione e il radicamento dei sindacati conflittuali. Un manuale per comprendere le formidabili ostacoli e le opportunità concrete per i lavoratori che sfidano il capitalismo e intendono superare il modello del sindacalismo burocratico e riformista ormai in crisi.


New Forms of Worker Organization: The Syndicalist and Autonomist Restoration of Class Struggle Unionism.

a cura di: Immanuel Ness

con i contributi di: Au Loong-Yu, Bai Ruixue, Arup K. Sen, Shawn Hattingh, Piotr Bizyukov and Irina Olimpieva, Genese M. Sodikoff, Aviva Chomsky, Dario Bursztyn, Gabriel Kuhn, Erik Forman, Steven Manicastri, Arup Kumar Sen, and Jack Kirkpatrick.

pp. 336
2014
PM Press (scheda libro)

Post popolari in questo blog

SCIOPERO GENERALE mercoledì 25 novembre 2020

 

ARTE JUGOSLAVA

ARTE JUGOSLAVA. TERZO SPAZIO Chiara Sestili  e  Daniele Vazquez Prima rottura partigiana: dal realismo socialista alla sua dismissione  La  Jugoslavia  ha visto abbattersi sulla propria storia una doppia  damnatio memoriae . Dannata, dapprima dal blocco sovietico e dal blocco occidentale, in quanto “porta del capitalismo” per gli uni e “satellite dell’URSS” per gli altri, è stata definitivamente perduta all’oblio storico con il crollo e le guerre degli anni Novanta. Antun Augustinčić scolpisce il busto di Tito 1947 Bogdan Bogdanović con i suoi studenti Džamonja Edvard Ravnikar Picelj Bakić-Vasarely_Džamonja-primi 60_Londra Picelj e Snrec Vjenceslav Richter 1972 Vojin Bakić Numerosi equivoci ci sono stati durante il processo di costruzione identitaria e invenzione della tradizione dopo la Federazione Jugoslava, non solo storici, politici e culturali, ma anche nel campo dell’arte. L’obbiettivo di questo articolo è restituire le esperienze artistiche

IL PRODUTTIVISMO COSTRUTTIVISTA RUSSO

SOVIETICA Chiara Sestili Daniele Vazquez “È solo l’abitudine della vita quotidiana che fa apparire come cosa banale, come cosa ovvia, che un rapporto di produzione sociale assuma la forma di un oggetto”. Marx, Per la critica dell’economia politica. UN CONO D’OMBRA SULLA CRITICA DELLA VITA QUOTIDIANA: IL PRODUTTIVISMO COSTRUTTIVISTA RUSSO. Tra le esperienze del Costruttivismo russo post-rivoluzionario abbiamo selezionato quella dell’INKhUK di Mosca, l’Istituto di Cultura Artistica fondato nel 1920. Questo Istituto fu un crocevia di dibattiti teorici, pratiche artistiche e sperimentazioni nel campo della produzione industriale che hanno riguardato direttamente la trasformazione della vita quotidiana, attraverso la circolazione degli oggetti socialisti in opposizione agli oggetti-merce borghesi. INKhUK foto di gruppo con Kandinskij 1920 Gruppo di lavoro sul Costruttivismo INKhUK 20 Aprile 1921 Medunetsky, G. Stenberg, Ioganson, Gan, Rodchenko, V. Stenberg, Stepa