L'inchiesta è stata condotta dalla Doxa su richiesta dell'Unione Atei Agnostici Razionalisti
Gli scopi dell’indagine
Sono disponibili diverse inchieste sui sentimenti
religiosi della popolazione italiana. L’Uaar ha chiesto a Doxa di
indagare aspetti solitamente tralasciati: l’ampiezza della pluralità del
panorama religioso contemporaneo, il condizionamento esercitato dalla
Chiesa nella vita di ogni giorno, il rapporto con i non credenti e con
alcuni temi laici, la rappresentatività di un’associazione come l’Uaar.
Il panorama religioso contemporaneo
L’intento era di individuare con maggior precisione
l’auto-collocazione religiosa degli italiani, e a tal fine si è
provveduto a inserire una categoria specifica, quella dei “credenti senza riferimento religioso”,
la cui dimensione è spesso sfuggita ai ricercatori. I dati ne hanno
mostrato la ragguardevole consistenza, riducendo pertanto – rispetto a
inchieste analoghe – la dimensione dei cattolici e dei non credenti.
In particolare, si definiscono credenti cattolici 3/4 degli italiani,
a cui si aggiungono un 10% di credenti senza riferimenti religiosi e un
5% di credenti in altra religione. Il rimanente 10% si distribuisce in
parti uguali tra i gruppi degli agnostici e degli atei (5% ciascuno). Un
quarto degli italiani non è dunque cattolico, un quinto non è
religioso, un decimo non è credente.
La scomposizione per genere, età e territorio ha mostrato due Italie:
se i credenti cattolici sono più diffusi tra le donne, nella fascia
d’età più matura e nelle regioni del sud, gli altri (credenti e non)
sono invece più presenti tra gli uomini, nella fascia d’età più giovane e
nelle regioni del nord. Una tendenza più accentuata tra atei e
agnostici, che si caratterizzano anche per una pronunciata
rappresentatività nelle classi sociali superiori.
Ne emerge un panorama sfaccettato e in evoluzione,
che trova ulteriore conferma nella pluralità di atteggiamenti dei
credenti cattolici. Il 62% per cento dei credenti cattolici si definisce
(decisamente o piuttosto) praticante, pari al 46 % della popolazione adulta.
I credenti cattolici e i non credenti
La percentuale di cattolici non praticanti è del tutto in linea con quella (36%) di coloro che ritengono che si possa vivere bene anche senza Dio.
L’atteggiamento positivo verso i non credenti è
largamente prevalente: 7 credenti su 10 potrebbero scegliere un medico
di famiglia e/o un consulente finanziario ateo e il 57% di costoro ha
rapporti d’amicizia con atei. Per contro, la percentuale di cattolici
credenti che ha posizioni anti-atee è una assoluta minoranza (5%).
Il condizionamento della Chiesa cattolica
Quasi due terzi della popolazione (il 62%) ritiene che i dogmi e i precetti della Chiesa condizionano la vita delle persone in generale. L’opinione è condivisa in particolare dai credenti non cattolici (75%).
È peraltro da rilevare come tale condizionamento sia
percepito dalla maggioranza della popolazione (52%) anche con
riferimento alla propria vita quotidiana - e quindi dagli stessi
credenti cattolici (59%), che potrebbero pertanto giudicarlo un condizionamento positivo. La percentuale più alta di risposte affermative a questa domanda è, anche in questo caso, dei credenti non cattolici (62%).
Credenti non religiosi, agnostici e atei rivendicano invece a
larghissima maggioranza (soprattutto i primi) l’assenza di
condizionamenti.
Un’ulteriore domanda, rivolta soltanto ai non cattolici, verteva sulla propensione a battezzare i figli. Il 61%
(“probabilmente” più “sicuramente”) è d’accordo nel farlo. Il dato è
più alto tra credenti non cattolici e non religiosi; tra gli agnostici
il consenso è del 49% e sono rilevanti i “non so”; tra gli atei chi
risponde “sicuramente no” è il 29%.
Ora di religione e libertà di espressione
Sono state poste due domande per verificare il grado di
consenso intorno a due temi laici specifici: la normativa
sull’insegnamento della religione cattolica e il vilipendio.
La maggioranza della popolazione (54%, “molto” più “abbastanza”) è in disaccordo con l’ora di religione
così com’è, con i vescovi che scelgono i docenti e con lo Stato che li
paga. Il disaccordo cresce con la distanza dalla religione (atei 84%,
agnostici 76%) ma è in leggerissima maggioranza anche tra gli stessi cattolici (48% contro 44%). Sono invece favorevoli i credenti non cattolici (53%).
Due terzi della popolazione (65%) concordano con l’affermazione che “I non credenti devono poter criticare i credenti
e le loro convinzioni tanto quanto i credenti hanno il diritto di
criticare i non credenti e le loro convinzioni”. Il consenso è
maggioritario in tutte le tipologie religiose.
Il potenziale di un’associazione laica e l’Uaar
Il 56% dei non cattolici sono favorevoli ad essere rappresentati da un’organizzazione di atei ed agnostici che si batta per la laicità dello stato. I favorevoli superano i contrari in tutte le tipologie religiose, e la maggioranza dei consensi è stata raccolta tra i credenti non cattolici.
Quasi la metà dei favorevoli (45%) vorrebbero essere
rappresentati da un’associazione impegnata soprattutto per la laicità
dello stato, quasi 1/3 (31%) vorrebbero un’associazione soprattutto
anticlericale e il 15% un’associazione soprattutto filosofica. In
sintonia con la risposta precedente, è stata riscontrata la percentuale più alta di “anticlericali” tra i credenti non cattolici.
L’apprezzamento per un’associazione con le caratteristiche dell’UAAR è superiore alla notorietà dell’associazione, conosciuta, almeno di nome, dal 7% degli italiani.
Aspetti da approfondire
Dall’indagine emergono diversi aspetti meritevoli di analisi da parte degli studiosi.
- Le convinzioni dei cattolici non praticanti. Le loro risposte sono infatti più “cattoliche” sugli aspetti tradizionali della vita religiosa (come il battesimo) e più distanti sugli aspetti relativamente nuovi (la laicità, i non credenti).
- I sentimenti dei credenti non cattolici verso la Chiesa. Alcune risposte (il condizionamento sociale, l’apertura a un’eventuale associazione anticlericale) fanno emergere infatti uno stato di disagio maggiore di quello dei non credenti, peraltro contraddetto dalla risposta sull’ora di religione.
- La collocazione dei “credenti senza riferimenti religiosi”. Andrebbe verificato se tale cospicua parte della popolazione è più prossima ai credenti con riferimenti religiosi o ai non credenti.
- Gli atteggiamenti degli atei e degli agnostici. Una discreta percentuale di essi sembra infatti sensibile all’influenza della Chiesa cattolica (cfr. le risposte sui battesimi o sulla libertà di espressione).
Metodologia
Sono state condotte 2.016 interviste personali (svolte
presso il domicilio del rispondente), distribuite sull’intero territorio
nazionale (Nord / Centro / Sud / Isole). La rilevazione è stata
effettuata col sistema Doxabus ® C.A.P.I. (Computer Assisted Personal
Interviewing) da un network nazionale di intervistatori specializzati in
questo tipo di interviste, opportunamente istruiti e controllati. È
stato intervistato un campione nazionale rappresentativo della
popolazione Italiana adulta: uomini e donne di 15 anni ed oltre,
residente in tutti i tipi di comune e appartenente a tutti i ceti
sociali. La rilevazione si è svolta nei periodi: 30 Novembre – 8
Dicembre 2013 e 17 – 31 Gennaio 2014.
per approfondimenti sulla UAAR e l'inchiesta vedi qui