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Sostieni la Palestina, boicotta Israele

BOICOTTA!
Il 9 luglio del 2005 la Società Civile Palestinese lanciò un appello al boicottaggio, al ritiro degli investimenti e all’applicazione di sanzioni contro lo stato di Israele fino a quando esso non rispetterà il Diritto Internazionale ed i Principi Universali dei Diritti degli esseri umani. Non si tratta di rinunciare alle proprie abitudini, si tratta solo di rifiutare la violenza sionista e di fare altre scelte.
Solo nel campo alimentare la lista di aziende italiane, complici dell’occupazione militare dei territori palestinesi, è davvero lunga e una delle domande che sorge spontanea è: “Possibile che non dovrei più fare la spesa?”. Questa domanda risulterebbe più sensata di chi si chiede: “Gli tolgono le terre, l’acqua e le case, li chiudono in un recinto e li bombardano dall’alto, li arrestano, li ammazzano e li deportano ogni giorno…e io cosa posso farci?”
Giorno dopo giorno lo stato italiano conferma la propria alleanza al fianco di quello israeliano, ti abbiamo parlato di piccole scelte… prendile prima che qualcuno lo faccia al posto tuo: RIFIUTA L’APARTHEID, BOICOTTA ISRAELE E LA SUA ECONOMIA DI GUERRA. ESPRIMI SOLIDARIETA’ ATTIVA AL FIANCO DEL POPOLO PALESTINESE.

La Hewlett Packard vende materiale tecnologico all’esercito israeliano per scannerizzare e controllare i corpi dei palestinesi.

Dove c’è Barilla ci sono armi…
Questa nota azienda italiana è implicata nel commercio di armi (il 15% della società appartiene alla holding svizzera IHAG, proprietaria della Pilatus Aircraft, noto produttore di armi) e investe nello Stato guerrafondaio di Israele, fra cui il progetto di coltivazione di grano duro nel deserto del Negev, che ne hanno fatto oggetto della campagna mondiale “Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni” nata per protestare contro l’occupazione israeliana dei territori, contro la sua politica imperialista.

L’ultimo che arriva paga da bere? No, occupa militarmente le terre palestinesi. Il Gruppo Campari è una delle società più grandi nel settore del beverage a livello mondiale e sono innumerovoli i prodotti che esporta in tutto il mondo. Tra quelli analcolici, dal 2003 ha iniziato a produrre la Pelmosoda, bevanda composta da pompelmi israeliani. Da tempo ha provato a riqualificare la propria immagine con campagne contro l’abuso alcolico e inventandosi un codice etico che rivendica completa trasparenza. Non beviamoci le sue bugie, Campari è complice…boicottiamo tutti i suoi prodotti!

Quando il caffè fa male alla salute… delle donne e degli uomini palestinesi. Il mercato del caffè sta diventando uno dei più interessanti per Israele. Lo sappiamo bene, i soldi girano, rigirano e uno degli eserciti più potenti del mondo si tiene in piedi anche con il tintinnio delle tazze di caffè.

Nella Valle del Giordano, che rappresenta un terzo della Cisgiordania, la colonizzazione israeliana è arrivata ad occupare il 95% della terra palestinese, con colonie illegali e annesse coltivazioni israeliane. Ai Palestinesi della Valle non è consentito costruire o ristrutturare le proprie case, scavare pozzi o trasportare liberamente i prodotti agricoli ai mercati. Mentre i loro ortaggi marciscono ai posti di blocco, quelli delle colonie vengono speditamente esportati in Europa attraverso la società “CarmelAgrexco”. La Agrexco Ltd è la principale società di esportazione di prodotti agricoli israeliani, per metà di proprietà dello Stato; commercializza il 70% di tutta la frutta e verdura prodotta dalle colonie israeliane nei Territori Occupati. L’80% dei prodotti della Carmel viene esportato in Europa, attraverso la Francia e dalla scorsa estate anche l’Italia, attraverso il porto di
Vado Ligure (Savona). Pompelmi, avocado, melograni, mango, datteri e altri prodotti con il marchio Carmel sono venduti in tutti i principali supermercati italiani.
 
Se vuoi riconoscere i prodotti imballati ed etichettati in Israele, controlla il codice a barre ma ricordati che alcuni vengono imballati in altri paesi.

tratto da: FreePalestine

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