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Visualizzazione dei post da novembre, 2010

Jack London, una vita per il Socialismo

di Valerio Evangelisti Questo articolo è la mia introduzione a Jack London, Guerra di classe. Il sogno di Debs. Saggi sulla lotta di classe negli Stati Uniti e un racconto, ed. Gwynplaine, 2009, pp. 192, € 14,00.] Anzitutto liberiamoci delle stupidaggini. C’è chi di recente (Nicola Lagioia) ha messo in dubbio le convinzioni socialiste e rivoluzionarie di Jack London, tanto da definire i conflitti sociali che gli stann o a cuore “occasione”, “contesto”, “apparato scenografico”. Ora, nell’edizione francese delle opere di London, curata da Francis Lacassin (Laffont, 1990), il volume sesto, dedicato ai saggi, ai romanzi, ai racconti, agli articoli di London incentrati sul tema della lotta di classe conta quasi duemila pagine. E mancano molti suoi interventi sulle riviste Masses, The Appeal to Reason, International Socialist Review e altri periodici di sinistra, nonché i testi, mai registrati, di centinaia di conferenze e di comizi a favore prima del Socialist Labor Party, poi del

Genova 1960: la strada bruciata dalle magliette a strisce

Sono passati esattamente cinquant'anni dalla rivolta dei ragazzi in maglietta a strisce scesi piazza a Genova per impedire un congresso di neofascisti. Un convegno voluto anche dall'allora governo del democristiano Tambroni, che da pochi mesi era diventato presidente del Consiglio grazie ai 14 voti dei parlamentari dell'Msi. La determinazione dei manifestanti fece fallire quel tentativo di sdoganare, per la prima volta dal dopoguerra, gli eredi del tragico ventennio. Quel convegno fu infatti annullato. Nell'estate del 1960 ci fu un terremoto, di quelli imprevisti, violento e allo stesso tempo liberatorio. In prima fila negli scontri di piazza, da Genova a Catania, da Reggio Emilia a Palermo, da Roma a Bologna, c'erano giovani sui vent'anni, operai figli di operai che pagarono cara la loro voglia di farsi sentire. La pagarono con il sangue. In undici rimasero sull'asfalto, crivellati dalle sventagliate dei mitra e dai colpi di pistola. Altre centinaia finir

A Roma come a Parigi, rovesciare la dittatura finanziaria europea

A ROMA COME A PARIGI, ROVESCIARE LA DITTATURA FINANZIARIA (di Franco Berardi Bifo )   Quel che sta succedendo in Francia è estremamente importante, per tutti. Dal movimento ampio, radicale e determinato che si sta sviluppando ormai da giugno (che ha portato in piazza milioni di persone per quattro volte in pochi mesi) potrebbe venire la prima risposta vincente contro la dittatura finanziaria che si è costituita in Europa a partire dalla crisi greca e dal diktat del direttorio Trichet-Merkel-Sarkozy che punta a imporre misure unificate di attacco contro il salario e contro la società, in nome della competitività. Il movimento francese contro il prolungamento del lavoro e il rinvio delle pensioni, giunto alla quarta giornata di mobilitazione generale, si rafforza e va allo scontro con il governo Sarkozy. E’ la prima volta, in Europa, che un movimento ampio prende come bersaglio il dogma centrale del prolungamento del tempo di vita-lavoro, sancta sanctorum del conformismo economi

LUCIO URTUBIA, anarchico, rapinatore, falsario, ma soprattuto un muratore

https://www.youtube.com/watch?v=tFWqqjckJP0 Lucio Urtubia Intervista di Danilo De Marco “Qui c’è stato, non molti anni fa, perfino Henry Cartier-Bresson con una sua mostra dal titolo ‘Per un altro futuro’ afferma Lucio Urtubia indicando lo Spazio Culturale dedicato a Louise Michel , epica leader libertaria della Comune di Parigi, che lui  stesso ha costruito – cazzuola alla mano – nella parte alta del popolare quartiere di Belleville. “Durante una trasmissione televisiva - continua Lucio – ho  sentito Henry Cartier-Bresson dichiarare a gran voce il suo sentirsi  anarchico. L’ho cercato immediatamente. Sua moglie, Martine Frank, altra famosa fotografa,  mi impediva sempre di parlare direttamente con lui. Cercava di proteggerlo, immagino. Ma poi un bel giorno ecco che risponde proprio lui in persona. In un attimo, quattro parole ben assestate e appuntamento fissato per vedere lo spazio. Alcuni mesi dopo inaugurammo l’esposizione. Insomma dal Louvre all’Espace Louise