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Visualizzazione dei post da agosto, 2014

Sacco&Vanzetti: lettera di Nicola Sacco al figlio Dante.

«Mio carissimo figlio e compagno, sin dal giorno che ti vidi per l'ultima volta ho sempre avuto idea di scriverti questa lettera: ma la durata del mio digiuno e il pensiero di non potermi esprimere come era mio desiderio, mi hanno fatto attendere fino ad oggi. Non avrei mai pensato che il nostro inseparabile amore potesse così tragicamente finire! Ma questi sette anni di dolore mi dicono che ciò è stato reso possibile. Però questa nostra separazione forzata non ha cambiato di un atomo il nostro affetto che rimane più saldo e più vivo che mai. Anzi, se ciò è possibile, si è ingigantito ancor più. Molto abbiamo sofferto durante il nostro lungo calvario. Noi protestiamo oggi, come protestammo ieri e protesteremo sempre per la nostra libertà. Se cessai il mio sciopero della fame, lo feci perchè in me non era rimasta ormai alcuna ombra di vita ed io scelsi quella forma di protesta per reclamare la vita e non la morte, il mio sacrificio era animato dal desiderio vivissi

Storie da una Roma Ribelle: I 100.000 contro il nucleare (10 maggio 1986)

Dopo e prima Cernobyl l'Italia è percorsa da un susseguirsi di lotte per la difesa del territorio: da quella contro le discariche a quella contro il nucleare, arrivando fino in Veneto nella mobilitazione per bloccare gli inceneritori. Il 10 maggio nelle strade di Roma ci sono moltissime organizzazioni da quelle più istituzionali alla ricerca di consensi elettorali a quelle antagoniste e di movimento. Secondo radicali, verdi e fgci, serebbe dovuta essere una marcia pacifica, ma invece è un esplosione di cori contro l'ENEL e l'ENEA , e sopratutto contro il piano nazionale per l'energia e contro il governo. Durante il percorso, lo spezzone antagonista riempito dai comitati contro il nucleare, dai lavoratori, dai comitati di studenti medi ed universitari, si stacca dal percorso e dal resto del corteo per dirigersi verso la sede dell'ENEL e dell' ENEA. È proprio contro questi due enti responsabili dell'elaborazione del piano nuclear

Storie da una Roma Ribelle: Sottoproletariato e dissenso nella Roma fascista.

 (di Luciano Villani) La questione del consenso al regime fascista, sebbene vanti ormai numerosi studi, è ben lontana dall’essere sciolta. Essa presenta notevoli insidie, a cominciare dalle modalità di utilizzo delle fonti generalmente adoperate per analizzarla, in massima parte riconducibili alle attività di «ascolto», controllo e repressione degli organi statali e del partito fascista: fonti che scontano un alto tasso di «ambiguità» e che vanno sottoposte ad uno scrupoloso vaglio critico. Vaste sono poi le correlazioni tematiche dell’argomento: l’analisi andrebbe cioè incardinata in una cornice che tenga conto di tutte le variabili – di natura politica, ideologica, economica, sociale e psicologica – che hanno agito ed influito sulle reazioni della popolazione di fronte all’affermazione e durata nel tempo di un regime dittatoriale e totalitario quale il fascismo è stato. Un regime nel quale era vietato esprimere liberamente le proprie idee e dove le opinioni di

Storie da una Roma Ribelle: Quando le femministe occuparono il Policlinico (21 giugno 1978).

Il 21 giugno del 1978 un reparto della clinica ostetrica del Policlinico di Roma viene occupato da un gruppo di compagne assieme ad alcuni lavoratori del complesso e alle donne in attesa di interrompere la gravidanza. La scelta del luogo non è casuale: si tratta infatti del reparto fino a poco tempo prima riservato ai clienti "di riguardo" di alcuni personaggi di spicco del Policlinico che sposavano la logica di un'assistenza ospedaliera di prima e seconda classe. Il reparto, chiuso ed inutilizzato ormai da un paio di anni, viene dunque occupato per far fronte all'esigenza di uno spazio in cui le donne possano affrontare consapevolmente la scelta dell'aborto e in cui scardinare l'idea dell'interruzione volontaria di gravidanza come di un intervento da attraversare come soggetti totalmente passivi. Per i collettivi femministi protagonisti dell'occupazione la scelta è tutt'altro che lineare o libera da dubbi in quanto cozza fortemen

8 agosto 1956: Strage operaia di Marcinelle.

8 AGOSTO 1956: STRAGE DI MINATORI A MARCINELLE (BELGIO) PER NON DIMENTICARE…”la CATASTROFA 8 AGOSTO 1956 – 8 AGOSTO 2014, sono passati 58 anni, dalla strage su lavoro nella miniera di MARCINELLE in Belgio. Ci furono 262 morti, di cui 136 di emigrati italiani, nel linguaggio locale, a metà tra francese e dialetto, fu detta “La catastròfa”. La storia: Un incendio scoppiato a quota 975 della miniera, nel distretto carbonifero di Charleroi, 262 morti a causa di un incidente banale, UCCISI SUL LAVORO soprattutto dalla “premeditata” imprevidenza, dalla mancanza di elementari misure di protezione, dalla disorganizzazione. Si è trattato della prima “strage sul lavoro” dell’immigrazione italiana all’estero, in base ad accordi tra i Governi belga e italiano, lo scambio di forza lavoro e braccia in cambio di quote di carbone per la “ripresa economica” dell’Italia, distrutta dalla guerra e dal regime fascista. Per molti anni, nessuna carica istituzionale, a partire dal P

Lettura consigliata: NOI SAREMO TUTTO.

NOI SAREMO TUTTO  di Valerio Evangelisti Mondadori, 2004 È un bel romanzo storico. Un viaggio nella storia operaia degli Stati Uniti d’America, con le sue lotte, le sue divisoni e i suoi tradimenti, che si snoda a partire dai primi anni del novecento. Il libro prende il titolo proprio da uno slogan dell’Industrial Workers of the Word (IWW, il sindacato rivoluzionario americano) ed è ambientato nei porti americani delle due coste, in un periodo che va, all’incirca, dalla Comune di Seattle (1919) all’epoca del maccartismo del secondo dopoguerra, passando per grandi eventi come l’imponente sciopero generale di San Francisco e dei principali porti della West Coast, Seattle, Tacoma, Portland, San Pedro, San Diego, del 1934 . Lo scontro tra il sindacalismo di classe (ILWU), forte sulle coste dell’ovest e i sindacati gialli (ILA) controllati dalla mafia è violentissimo. Grandi figure di sindacalisti come Harry Bridges e Carlo Tresca si contrappongono alle famiglie dei Gambino,

Lettura consigliata: P. C. Masini "CAFIERO".

IL SOGNO DI CARLO CAFIERO Pier Carlo Masini, "Cafiero", BFS, 2014, pp. 280, 20€. “ Amici, vediamo di affrettare il più presto che possiamo la rivoluzione, imperocché, lo vedete, i nostri amici si lasciano così morire: o in carcere, o in esilio, o pazzi per forti dolori ”. Le parole finali, pronunciate con commozione, del discorso tenuto da Carlo Cafiero ai funerali di Giuseppe Fanelli, già compagno del Pisacane, veterano dell’Internazionale e morto pazzo a 49 anni nel 1877, sembrano contenere una premonizione del destino del Cafiero stesso. Vita e destino che  nel loro sviluppo e nella loro drammaticità, costituiscono il nerbo e la forza di quella che costituisce, di fatto, la biografia più importante dell’internazionalista pugliese e, allo stesso tempo, “ l’opera nella quale si riassume e si esalta la vicenda umana e intellettuale del suo autore ” 1 . Pier Carlo Masini (1923 – 1998) può infatti essere considerato uno dei rappresentanti più insigni

Relazioni pericolose.

Relazioni Pericolose. Appunti su sionismo, fascismo, nazismo. Pubblichiamo il contributo di un collaboratore dell'Info.Shop su di un  tema solitamente omesso dalla storiografia ufficiale. Questione sicuramente da approfondire per la quale offriamo primi appunti orientativi. Si sanno molte cose sulla tragedia dell’Olocausto che la Germania nazista, con la collaborazione dal novembre 1938 del regime fascista italiano, ha riservato agli ebrei europei; ma un aspetto delicato e sempre ignorato dal “grande pubblico” è quello delle relazioni tra il movimento sionista con la Germania nazista e l’Italia fascista. Questo è accaduto perché è ben nota la tendenza “culturale” dei sionisti di accusare di antisemitismo qualsiasi punto di vista non-sionista. Iniziamo a ricordarvi che gli Ebrei non sono l'unica stirpe di origine semitica, bensì lo sono pure varie etnie arabe del Nord Africa e del Medio Oriente compresi gli arabi palestinesi. L'accusa di collusione c

Palestina: Le 72 risoluzioni ONU mai applicate contro Israele.

72 Risoluzioni ONU di condanna a Israele mai applicate (1951-2002)  Le risoluzioni sono citate per numero e data. In estratto se ne illustra il contenuto.   1) RISOLUZIONE N. 93 (18 MAGGIO 1951) Il CS decide che ai civili arabi che sono stati trasferiti dalla zona smilitarizzata dal governo di Israele deve essere consentito di tornare immediatamente nelle loro case e che la Mixed Armistice Commission deve supervisionare il loro ritorno e la loro reintegrazione nelle modalita’ decise dalla Commissione stessa. 2) RISOLUZIONE N. 101 (24 NOVEMBRE 1953) Il CS ritiene che l’azione delle forze armate israeliane a Qibya del 14-15 ottobre 1953 e tutte le azioni simili costituiscano una violazione del cessate-il-fuoco (risoluzione 54 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU); esprime la più forte censura per questa azione, che può pregiudicare le possibilità di soluzione pacifica; chiama Israele a prendere misure effettive per prevenire tali azioni. 3) RISOLUZIONE N