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Visualizzazione dei post da settembre, 2014

Letture consigliate: Roma Sovversiva. Anarchismo e conflittualità sociale dall'età giolittiana al fascismo (1900-1926)

“Io mi mangerei la coratella di Mussolini” (Assunta De Amicis, popolana romana, 1943). Il 2012 è un anno di ricorrenze antifasciste e anarchiche: oltre all’ottantesimo anniversario della morte di Errico Malatesta a Roma, vi è soprattutto la possibilità di ricordare, a novant’anni di distanza, gli eventi del cruciale 1922. In quell’anno tragico, dopo le giornate dell’agosto con le ultime resistenze armate in numerose città all’avanzante squadrismo in occasione dello sciopero “legalitario”, si giunse in ottobre alla Marcia su Roma che, dopo aver sancito in modo spettacolare la conquista del potere da parte di Mussolini, determinò un’ulteriore ondata di arresti, rappresaglie, assassini contro i militanti dell’antifascismo e del movimento operaio, culminata nel dicembre con la strage di Torino. E’ facile prevedere che, sul piano delle commemorazioni ufficiali e dell’utilizzo politico della storia, la Marcia su Roma sarà l’evento che otterrà maggiore attenzione, in

MANIFESTO per un TEATRO PUBBLICO PARTECIPATO.

VOCAZIONE Crediamo che un Teatro Pubblico per perseguire la sua natura di "teatro d'arte per tutti" e abbracciare la complessità di una comunità di quartiere, debba operare in ascolto e in stretta connessione con associazioni, scuole e gruppi di cittadini. Arricchendosi di queste esperienze e mettendo in moto un meccanismo virtuoso di scambio reciproco. Immaginiamo un teatro che si trasformi in un fiume in piena, che passi per i vicoli, le piazze e tutti i luoghi della città, che raccolga sogni, bisogni, aspettative, disagi e istanze di una comunità. Che lungo il suo percorso abbia il coraggio di uscire dai propri argini, per restituire un'elaborazione artistica capace di irrigare l'immaginario della comunità stessa. Un luogo che sia un punto d’incontro e di riferimento, accessibile a tutti per costi e strutture. Un polo di produzione artistica in grado di intercettare, anticipare ed elaborare le esigenze del territorio che lo ospita, attraverso

Storie da una Roma sovversiva - 11 settembre 1926: L'attentato al duce.

LE BOMBE DI GINO. L'11 settembre 1926, Gino Lucetti, un giovane anarchico originario di Carrara, verso le nove del mattino si adombrò dietro un'edicola dei giornali del piazzale di Porta Pia, non prima di aver preso un vermut al bar tra via Ancona e via Nomentana. Il giovane aveva con sé due bombe a mano tipo Sipe e una rivoltella browning affidatagli dal buon Baldazzi, un sovversivo dei Castelli assai vicino a Errico Malatesta. Così arrangiato, Gino era intenzionato a uccidere Mussolini e mettere la parola fine al regime delle camice nere. Il duce era infatti solito uscire tutte le mattine con la sua limousine Fiat 519 dalla sua residenza di Villa Torlonia alla volta di Palazzo Chigi, passando per via Nomentana, Porta Pia e via XX Settembre. L'idea di Gino era di lanciare un primo ordigno contro l'autovettura ed utilizzare il secondo per coprirsi la fuga, utilizzando la rivoltella alla bisogna. Poco prima delle 10:30, l'autovettura di Mussolini arrivò sfre

Letture consigliate: VEALERIO VERBANO ucciso da chi, come e perché (di V. Lazzaretti)

VALERIO VERBANO   UCCISO DA CHI, COME, PERCHE’ di Valerio Lazzaretti Odradek edizioni 2011 Il 22 febbraio 1980 nel quartiere Montesacro a Roma viene ucciso in casa Valerio Verbano studente del Liceo Archimede e militante del Comitato di Lotta Valmelaina. L’omicidio avviene davanti i suoi genitori legati e imbavagliati. Fino ad oggi non è stata trovata nessuna verità giudiziaria e l’omicidio di Valerio sembrerebbe destinato a rimanere uno dei molti “misteri” di questo Paese. Questo lavoro è molto importante; l’autore, lontano da ogni intento giustizialista, ha prodotto una vera e propria inchiesta. Un lavoro di controinformazione come se ne fanno pochi oggi, un libro che ricorda la Strage di Stato . Il libro ci racconta tutto ciò che si è mosso, a Roma, principalmente nel quinquennio che va dal ’77 all’82, partendo però da molto prima e abbracciando un periodo molto più ampio e, attraverso un lavoro scientifico di ricerca, connette gruppi, personaggi, s

proiezioni a settembre

Karl Marx, intervista per «The World», 18 luglio 1871.

Intervista di R. Landor a Karl Marx per il giornale «The World» 18 luglio 1871, in seguito alla Comune di Parigi. Landor: Un'associazione (l'Associazione internazionale dei lavoratori, Ndr) con quale finalità? Marx: «L'emancipazione economica della classe operaia tramite la conquista del potere politico. L'uso di questo potere politico per il raggiungimento di scopi sociali. È necessario che i nostri obiettivi siano tanto vasti da includere ogni forma di attività da parte della classe operaia. Essersi dati obiettivi particolari avrebbe significato adattarli alle esigenze di un solo settore, di una sola nazione di lavoratori. Ma come si può chiedere a tutti gli uomini di associarsi per promuovere le finalità di pochi? Per farlo, l'Associazione avrebbe dovuto rinunciare alla sua qualifica di Internazionale. L'Associazione non impone la forma dei movimenti politici, si limita a richiedere un impegno in vista dei loro scopi. Si tratta di una re