Nasce, presso il Laboratorio Sociale
del Quarticciolo, lo Sportello Donna per donne e minori vittime di
violenza. Lo sportello vuole essere uno spazio di prima accoglienza,
assistenza legale e sostegno psicologico.
Se la violenza contro le donne
appare argomento diffuso, il cambiamento culturale necessario è
ancora molto lontano, come dimostrano i dati forniti dai vari centri
antiviolenza sul territorio nazionale. La maggiore visibilità
politica e istituzionale non basta ad affrontare le problematiche di
genere connesse con la violenza sulle donne. Così come non basta
neppure una legge sul femminicido a contrastare un fenomeno che ha
origini antiche e ben radicate nel sentire comune. (patriarcato)
La violenza maschile contro le donne
non è infatti un'emergenza attuale ma un fattore costitutivo della
nostra società che necessita di politiche di lunga durata che
agiscano su più piani.
Servono cambiamenti culturali, che
come sappiamo non sono immediati e necessitano di tempo: pratiche di
prevenzione che vedono il coinvolgimento diretto delle scuole, per
un'educazione diversa che parta dall'infanzia; programmi mirati di
protezione che prevedano elementi concreti di aiuto, come casa e
lavoro; investimenti economici reali.
La nostra iniziativa si basa sul
bisogno concreto delle donne di avere quanti più punti di
riferimento sul territorio urbano, spesso dispersivo, ma sopratutto
sulla necessità di sopperire all'assenza di una politica condivisa
di lotta reale contro la violenza sulle donne. Basti pensare che
negli anni non si è fatto nulla per evitare la chiusura di diversi
centri antiviolenza né tantomeno ci sono stati investimenti
sostanziosi per aprirne di nuovi. Così come pochi sono i centri
dedicati agli uomini violenti.
La maggior parte delle violenze si
verifica in ambito familiare o di coppia, la cosiddetta “violenza
domestica” e la maggior parte di queste non viene denunciata. E' un
fenomeno che travalica le culture, le classi sociali e le
appertenenze politiche.
Noi vogliamo creare uno spazio
condiviso dove le donne possano trovare accoglienza, ascolto ma anche
dove fare prevenzione e costruire conoscenza, inserendoci nella rete
delle varie realtà esistenti a Roma che si occupano di violenza, per
costruire un percorso più ampio di autodeterminazione che non
releghi le donne solo nel ruolo di vittime.
Il lavoro svolto, non senza
difficoltà, sul territorio e le conseguenti iniziative e riflessioni
nel corso di questi anni ci hanno permesso di incontrare donne
diverse, di varia provenienza o di misurarci con l'assenza stessa
delle donne. Questo è stato argomento di riflessione politica e
spunto per le pratiche che mettiamo in atto.
Da tutto ciò nasce la presa di
coscienza che le questioni di genere e in particolare la declinazione
della violenza agita contro donne e minori riguarda tutte e tutti.