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Sulla prima guerra mondiale (lettura consigliata)

Paul Frolich
GUERRA E POLITICA IN GERMANIA
1914-1918

Il primo conflitto mondiale si abbatté come un uragano sulle classi sfruttate, anche perché in pochi giorni l’edificio politico che i lavoratori avevano costruito, l’Internazionale Socialista, si dissolse come neve al sole. I partiti socialisti si schierarono con le rispettive borghesie, arrivando a teorizzare che l’Internazionale doveva essere considerata strumento per i periodi di pace e andava «sospesa» nei periodi bellici. Come poté accadere? Quali le premesse, quale la dinamica?
Su un tema di questo spessore il contributo di Paul Frölich è notevole. L’autore ci fornisce un’impietosa e documentata cronaca politica di quegli avvenimenti: dalla genesi della guerra al «trionfo della follia» innescato a Sarajevo il 28 giugno 1914; dalle posizioni internazionaliste e antimilitariste della Seconda Internazionale, alla «socialdemocrazia imperiale», alla pace sociale imposta mediante i sindacati, alla sospensione delle leggi a tutela del lavoro; dalle lotte di classe che comunque si svilupparono, all’azione dei radicali di sinistra e del gruppo Spartakus.
Un’esperienza densa di insegnamenti per l’odierna epoca di nuove crescenti contese tra vecchie e nuove potenze imperialistiche di stazza continentale.

Edizioni Pantarei, 2009, pp. 348, € 15,00

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ARTE JUGOSLAVA

ARTE JUGOSLAVA. TERZO SPAZIO Chiara Sestili  e  Daniele Vazquez Prima rottura partigiana: dal realismo socialista alla sua dismissione  La  Jugoslavia  ha visto abbattersi sulla propria storia una doppia  damnatio memoriae . Dannata, dapprima dal blocco sovietico e dal blocco occidentale, in quanto “porta del capitalismo” per gli uni e “satellite dell’URSS” per gli altri, è stata definitivamente perduta all’oblio storico con il crollo e le guerre degli anni Novanta. Antun Augustinčić scolpisce il busto di Tito 1947 Bogdan Bogdanović con i suoi studenti Džamonja Edvard Ravnikar Picelj Bakić-Vasarely_Džamonja-primi 60_Londra Picelj e Snrec Vjenceslav Richter 1972 Vojin Bakić Numerosi equivoci ci sono stati durante il processo di costruzione identitaria e invenzione della tradizione dopo la Federazione Jugoslava, non solo storici, politici e culturali, ma anche nel campo dell’arte. L’obbiettivo di questo articolo è restituire le esperienze artistiche

lavorare meno, lavorare tutti!